LA MEDICINA OLISTICA: INTERVISTA AD ANDREA CAPPELLETTI
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Testo introduttivo e intervista di Giovanni Agnoloni Naturopata diplomato presso la S.I.M.O. (Scuola Italiana di Medicina Olistica) e violinista concertista, Andrea Cappelletti (nella foto qui accanto) è un professionista ricchissimo di spunti. In quest’intervista gentilmente concessami delinea le caratteristiche e le vie principali della medicina olistica, considerando in particolare alcune sue espressioni di particolare rilievo, come la floriterapia, l’aromaterapia e l’orthobionomy. Ha recentemente co-fondato, con Cristiane Brunhara, l’Associazione S.A.N.I. (Studi Associati di Naturopatia e Iridologia). — – La tua formazione presso la SIMO (Scuola Italiana di Medicina Olistica) ha abbracciato vari ambiti, quali la floriterapia, l’orthobionomy e l’aromaterapia. Puoi delinearci i tratti essenziali di ognuno di questi? Il termine naturopatia deriva, tra le tante altre sue definizioni, da nature-path, ossia il sentiero della natura, e questo sentiero comprende tutti i mezzi che la Natura ci mette a disposizione. Alcune pratiche sono antiche quanto l’uomo stesso, altre nascono da esigenze e conoscenze più recenti. L’aromaterapia è probabilmente la più antica: l’uomo primitivo, spinto dalla curiosità e alla scoperta della natura, prova, assaggia e odora le piante, alcune delle quali incidentalmente hanno il potere di ”curarlo”; le utilizza, le prepara, le elabora, con il fuoco le brucia, con l’acqua le conserva… e da questi gesti antichi nascono l’aromaterapia, la fitoterapia, la floriterapia. Alla stessa maniera ha pure sperimentato il potere delle sue stesse mani, e istintivamente ha capito e imparato che le mani potevano sì uccidere per sopravvivere, difendersi o nutrirsi, ma pure aiutarlo a stare bene; potevano curarlo da tanti mali, e questo soltanto con un semplice contatto, proprio come può fare una carezza, un abbraccio… Ecco, l’ortho-bionomy oggi è quell’antica carezza. – In particolare, l’orthobionomy è un approccio fisico-energetico che fa bene da ponte tra la dimensione corporea e quella spirituale dell’essere-uomo (dalla fase fisica, in cui somiglia a un massaggio dolce, a quella puramente energetica, che ha una natura quasi spirituale). Come si arriva a sviluppare – al di là dello studio – la capacità di sintonizzarsi su queste “frequenze”? Chiunque si occupi di salute non può negare l’inscindibilità di corpo-mente-spirito, i tre livelli che caratterizzano la complessa natura dell’Uomo. Questa realtà la sperimentiamo quotidianamente, e concentrarsi soltanto su uno di questi aspetti risulta necessariamente incompleto e limitato. L’ortho-bionomy riesce dolcemente a ”saltare” da una sfera all’altra e a soffermarsi laddove ci sia necessità, e lì sintonizzarci per ascoltare cosa ha da raccontarci… nulla più che ascoltare il suo messaggio. Chiunque può ascoltare questi messaggi, perché ci sono utili, rivelandoci ciò di cui abbiamo realmente necessità; essi scoprono la matrice di ogni nostro problema, indicandoci quale dei tre livelli è realmente coinvolto, poiché una sofferenza ”fisica” può essere di origine emozionale o energetica, e curarne soltanto i sintomi non farebbe che accentuarli in futuro. Questo è il messaggio del corpo, e sopprimerlo lo costringerà ad ”urlare” più forte per farsi sentire. La capacità di sintonizzarci sulle nostre frequenze e quelle del prossimo appartiene ad ognuno di noi, è indispensabile; lo facciamo istintivamente ogni giorno, fa parte del nostro ”libretto d’istruzioni”, anche se qualcuno lo ha perso per strada… ma dobbiamo ritrovarlo! – Il tuo essere anche musicista ti ha aiutato e ti aiuta nello svolgere la tua attività di terapeuta? La differenza tra le due attività è solo apparente: differiscono soltanto le ”frequenze”! La musica stessa è terapeutica e ci porta al concetto di ”simpatia”, di armonia, di ”risonanza”… ogni oggetto, persona, pensiero, emozione, suono ha la sua propria vibrazione, che può entrare in sintonia o meno con la nostra, e questa sintonia, unitamente alla legge di attrazione, permette ad alcuni di essere ”toccati” da un brano musicale, da una persona od evento, e invece ad altri no. Noi soli stabiliamo, coscientemente o inconsciamente, se trasformare le informazioni provenienti da altri ”trasmettitori”, se accettarli nel nostro sistema, bloccarne le frequenze oppure cambiare ”canale”. Indubbiamente l’essere musicista può aver aiutato ad affinare la sensibilità e la tecnica manuale. La maggiore o minore impercettibile pressione di un dito sulla corda di un violino può fare la differenza tra una nota intonata ed una stonata! Ma non è tutto… il musicista utilizza le mani sopratutto per toccare il cuore di chi lo ascolta, e il terapeuta pure… questo ho sempre cercato di fare, un’opera d’arte, unica come unici siamo tutti noi, con uno strumento o senza per me ora non fa grande differenza. – Che cosa manca al mondo contemporaneo per accettare degli approcci terapeutici che da parte della scienza sono tuttora snobbati e derubricati come puri “effetti placebo”? La scienza, la medicina oggi è in grande fermento: è la nostra ancestrale curiosità che ci impone oggi più che mai di dover dare una spiegazione logica e scientifica a tutto. Senza questa curiosità non avremmo più ”scoperte” né, quindi, evoluzione. Dovremmo però imparare ad accettare ed ammettere ciò che non sempre riusciamo a vedere… L’elettricità ad esempio è sempre esistita, ancor prima di ”scoprirla”. Non l’ha inventata l’uomo, lui l’ha soltanto utilizzata. La stessa elettricità noi non la vediamo, non l’abbiamo vista per millenni e ora ne vediamo soltanto gli effetti, ma non per questo potremmo negarne l’esistenza! Nulla sembrerebbe mancarci oggi, abbiamo i mezzi, gli strumenti, la conoscenza… ma ci manca la ”visione” dell’insieme, quella che i cinesi chiamano la ”vista dell’aquila”, la visione dall’alto che tutto comprende, a differenza della nostra che è quella della tartaruga, che conosce ogni centimetro del suo percorso, ma ha perso la propria direzione e lo scopo di tanto viaggiare. Poi probabilmente ci manca l’umiltà e la riconoscenza di essere uomini. Ci sentiamo i nuovi dèi, invincibili e padroni del mondo… per poi ammutolire paralizzati ed impotenti davanti a un terremoto, un’inondazione, un uragano. Questi fenomeni ci ricordano invece quanto piccoli siamo, se non accettiamo le leggi che la Natura ci ha insegnate fino ad oggi. Tuttora alcune tribù ”primitive” sopravvivono nel rispetto di queste leggi, si curano ballando e cantando, guariscono invocando gli Spiriti della Madre Terra e chiedono a lei aiuto. Per loro non farebbe differenza alcuna, né sanno che noi evoluti questo oggi […]
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